Il Fallimento come elemento essenziale per la crescita personale
I paesi a più alto tasso di crescita economico ed imprenditoriale accolgono il fallimento e il no come elementi fondamentali per la crescita della persona e di conseguenza del business al quale essa è legata.
Nella cultura Giapponese, il fallimento è un passaggio obbligato verso il successo, in Europa e ancor di più in Italia, invece, si da a questa fase un’accezione estremamente negativa.
Se analizziamo il concetto di “Resilienza” che tanto di moda è negli ultimi anni ci rendiamo conto che è totalmente caratterizzato dalla valorizzazione del fallimento. Spesso, quindi, accogliamo e valorizziamo il fallimento in maniera inconscia, non pensando che stiamo valorizzando il fallimento ma identificandoci come resilienti.
Il vero passo per poter comprendere e accogliere il fallimento forse è fermarci a capire cos’è, come si riconosce e quali scenari può far scaturire.
In questo articolo analizzeremo nel profondo il significato del fallimento e la forza del No quando lo si riceve.
Partiamo analizzando la definizione di “Fallimento” secondo il dizionario TRECCANI, c’è un immediato rimando al verbo fallire, che deriva dal latino “fallĕre”, ovvero ingannare. Il richiamo al latino ci porta già a vedere come il fallimento sia un inganno, ovvero un errore, uno sbaglio rispetto a qualcosa di corretto. Questo deve farci riflettere!! Il fallimento non è una cosa definitiva dalla quale non ci si può rialzare e soprattutto non è solamente lo stadio finale. Siamo abituati a pensare al fallimento come lo stadio finale di un complesso di errori e sbagli perpetrati nel tempo. Colleghiamo il fallimento alla chiusura delle aziende o a delle sconfitte sociali.
Questo spettro di negatività culturale attorno al fallimento e agli errori ci porta a non reagire e a subirne solo le conseguenze negative.
Il primo passaggio per accogliere il fallimento e comprenderlo è vederlo come un inganno e cercare di notarlo giornalmente. Immaginiamo il fallimento come uno scherzo che ci aiuta ad accorgerci che stiamo sbagliando qualcosa prima che sia troppo tardi.
Ognuno di noi, ogni giorno, fallisce decine di volte, se non centinaia, ogni comportamento sbagliato è un errore, e ogni errore è un fallimento rispetto ad un’azione positiva. Possiamo fallire nel rapporto con un amico o con il nostro partner, comportandoci in maniera scorretta; possiamo fallire nel lavoro dimenticandoci di fare quella task importante; o semplicemente fallire pensando di essere sempre nel giusto.
La valorizzazione degli sbagli è la base di qualsiasi percorso di crescita. Per poter creare valore bisogna migliorare un comportamento che non è performante al massimo.In questo il fallimento ci viene in aiuto. Il focus non deve essere l’errore ma quello che c’è dopo di esso.
La reazione all’evento negativo del fallimento è ciò che definisce realmente se l’evento appena subito è una sconfitta o uno stimolo per migliorarsi, e badate non si parla di forze oscure che ci spingono a fare meglio o di cariche emozionali destinate a svanire nel giro di poche ore se non minuti. Ciò di cui sto parlando è un attenta analisi di ciò che ci ha portato a commettere quell’errore, solo così possiamo valorizzare un fallimento. Questo ci permetterà non solo di migliorarci ma anche di non commettere più quell’errore. Il vero fallimento sta nel ripetere, senza mai cambiare, lo stesso errore ma soprattutto far finta di niente, come se non dipendesse da noi. Il vero motore per migliorarsi (e non fallire il meno possibile, magari fallire tutti i giorni per poter crescere sempre) siamo noi stessi. Dopo uno sbaglio è importante mettersi in discussione e lavorare sulle proprie debolezze, migliorando costantemente e evitando di darsi alibi.
In questo contesto subentra anche il fallimento legato al NO di qualcun altro. Fa sempre male sentirci rifiutati, spesso ci diamo colpe altre volte ci arrabbiamo con chi ci ha rifiutato. In ogni caso l’atteggiamento positivo è la chiave per risolvere ogni questione. Sicuramente dietro un no si nascondono degli errori che meritano di essere analizzati e risolti. Se qualcuno ci dice di no ad un progetto non è detto che sia un presuntuoso, che non ha visto le nostre potenzialità, probabilmente siamo noi la ragione di quel no, o forse qualcosa nel nostro progetto non va, o molto probabilmente abbiamo fatto un errore di valutazione a proporlo a quella persona. Anche in questo caso dobbiamo sempre farci carico del no e analizzarlo per poterci migliorare e trasformarlo da un fallimento ad una preziosa risorsa da destinare a migliorarci quotidianamente
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